11 novembre 2015

Il superbatterio e la pozione medievale

batterio Staphylococcus aureus in una fotografia microscopica

Il superbatterio MRSA potrebbe essere sconfitto con una ricetta medievale.

Lo Staphylococcus aureus (ovvero il superbatterio MRSA, resistente alla meticillina) è uno degli agenti patogeni più temuti, soprattutto negli ospedali, dove rappresenta uno dei maggiori rischi per la salute dei pazienti. Ora però sembra che la cura possa arrivare da un collirio medievale, la cui ricetta risale a circa mille anni fa.
E' stato scoperto nel Bald's Leechbook, un manoscritto di medicina del X secolo, dove appunto viene riportata la ricetta per preparare "l'intruglio" in questione. Freya Harrison, una microbiologa dell'Università di Nottingham (Regno Unito) ha deciso di provare, insieme al suo team di scienziati, a sperimentare l'efficacia di quello che si trova scritto nel libro.

Gli ingredienti della ricetta sono: aglio, cipolla o porro, vino e bile di mucca. Una volta mescolato il tutto, lo si deve far riposare per 9 giorni in un recipiente d'ottone a 4 gradi centigradi. Finita l'attesa, gli studiosi hanno notato che i batteri del suolo introdotti insieme alla cipolla e al porro, erano stati completamente debellati, a causa di un processo di "auto-sterilizzazione. Ed è stato il primo sentore che questa idea folle potesse avere qualche utilità".



una delle pagine del libro di cure medievali
Una pagina del Bald's Leechbook


Ma il responso vero e proprio l'hanno avuto quando il composto ottenuto è stato testato in vitro su porzioni di pelle di topo infettate con lo stafilococco resistente alla meticillina. E la scoperta è stata eccezionale: circa il 90% dei batteri era stato ucciso dall'intruglio medievale, lo stesso risultato ottenuto utilizzando,in un successivo controllo, l'antibiotico di solito usato contro MRSA, la vancomicina.

Ancora non si sa di preciso quale sia il motivo del successo di questa antica sostanza. Forse sono le reazioni chimiche che si innescano durante i giorni di riposo, o durante il mescolamento stesso. Ci vorranno altri studi e indagini più approfondite, anche perché non è detto che lo stesso risultato si possa ottenere su un paziente.


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